Ciò evidenzia la folle contraddizione nel nostro pianeta tra un livello di enorme abbondanza per una ricca minoranza e la scarsità per coloro, la maggioranza degli esseri umani, che invece vivono al di fuori delle aree privilegiate, nelle quali il cibo viene sprecato o consumato in modo non salutare.
Il rapporto, alla luce di queste e altre contraddizioni stridenti, afferma testualmente che
“la gestione sostenibile del territorio può contribuire a ridurre gli impatti negativi di molteplici fattori di stress, compresi i cambiamenti climatici, sugli ecosistemi e sulle società”.
Il Rapporto Speciale dell'IPCC è quindi un documento chiaro e oggettivo che evidenzia che la globalizzazione non ha affatto esteso le nostre risorse indefinitamente: al contrario, ora esse sono chiaramente e per sempre limitate e circoscritte.
Per questo motivo, gli squilibri prodotti dalla fase espansiva dell'industrializzazione del mondo devono ora essere combattuti e risolti il più rapidamente possibile: sono in gioco la sopravvivenza fisica e la pace di tutta l'umanità.
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